mercoledì 19 giugno 2013

Costruzione di un solo nel rockabilly: tensione-relax

Tensione e Relax
Nel video di oggi cerco di chiarire un aspetto fondamentale valido in TUTTI i tipi di solo: l'alternarsi dei due "mood" basilari, ossia la TENSIONE e il RELAX. 
Ogni genere musicale alterna queste due fasi nel suo linguaggio, e, la differenza tra un genere e un altro, sta proprio nel come vengono alternata (durata e soluzioni che creano Tensione e Relax).
Nel nostro "mondo" musicale, in genere, la scala minore pentatonica (proprio perchè una scala minore suonata in un contesto maggiore) genera TENSIONE, mentre quella maggiore pentatonica (avendo quasi le stesse note dell'accordo, comunque quelle più importanti dello stesso) genere RELAX.
Nel video introduco questo argomento fondamentale per la creazione di un linguaggio coerente con il genere suonato…chiudo il video usando, per creare RELAX, l'accordo stesso (suonato in vari modi). Ma è solo una pillola di un argomento vastissimo!
Buona visione e ricordatevi di visitare il mio blog all'indirizzo dondiego75.blogspot.it
Don Diego

lunedì 17 giugno 2013

Intervista a Ronny Weiser, l'uomo, il mito, dietro la Rollin' Rock


Per una serie di motivi "astralmente" coincidenti, negli ultimi mesi mi sono ritrovato sempre più spesso immerso nei dischi della Rollin' Rock. L'apice di queste coincidenze "astrali" è stata la mia partecipazione all'ultimo Good Rockin' Tonight in Francia e aver dovuto accompagnare sul palco TUTTI gli artisti della fantastica etichetta americana presenti in quel week end. Quindi per circa tre mesi ho studiato i loro pezzi, le loro sonorità, il loro mood….mi sono ritrovato così immerso nel sound della RR così tanto che tutte le altre produzioni mi sono sembrate quasi "strane" all'ascolto. Facciamo un passo indietro…la Rollin' Rock nasce in America nel 1969 come "fanzine" dedicata al Rock And Roll, per poi trasformarsi in etichetta qualche anno dopo. Producendo artisti fantastici come Ray Campi, Mac Curtis, Johnny Legend, alcune cose di Gene Vincent…ma anche i Blasters!!! Dietro questo progetto c'è un uomo, un certo Ronny Weiser, italiano di nascita, puro americano di spirito. E' lui che, determinato dal grande amore per il vero rock and roll, produce e confeziona dei dischi che, secondo me, non dovrebbero mancare nella discografia di nessuno!!! Ed è proprio lui che ho deciso di intervistare….per due motivi: il primo per rendere onore ad un uomo il cui carisma si riesce a sentire anche tramite delle "fredde" emaill, il secondo per scoprire cosa c'è dietro un'etichetta con delle produzioni così pregevoli. Le sue parole sono MIELE per le nostre orecchie! Ho volutamente lasciato alcune frasi in slang americano (sono quelle virgolettate) proprio perchè non avrei saputo come tradurle mantenendo il forte senso evocativo delle frasi stesse! Buona lettura….

Diego: Ciao Ronny! Grazie tanto per avermi dato l'opportunità di parlare della tua favolosa etichetta! Puoi dirmi come tutto è iniziato?
Ronny: Tutto è iniziato quando mi sono sentito stanco e assillato dalla musica "anti americana" degli hippie. Non potevo credere che i comunisti, i socialisti, i fascisti che mi avevano perseguitato a Como (Ronnie è nato a Milano nel '47, nda) avrebbero potuto vincere il loro assalto al RnR!
D: Io amo veramente tutto della Rollin' Rock, a cominciare dal sound, per arrivare alle canzoni, passando per la grafica….dimmi la verità…è tutto studiato a tavolino?
R: Io volevo aiutare il RnR e fare giustizia! Non ho mai pensato di copiare il sound della SUN Records o di creare un "nuovo" sound, tantomeno di resuscitarne uno ormai vecchio e morto. Ho sempre e solo voluto registrare e produrre del VERO ROCK AND ROLL, è tutto! Riguardo le grafiche, bene, sono cresciuto guardando i cartoni animati di Tex Avery, quelli di Tom&Jerry, quindi gli ho dato un occhio e ho provato a creare delle grafiche folli con le mie limitate abilità!
D: Come hai raggiunto quel particolare "Sound alla Rollin' Rock" in studio?
R: Ci sono delle piccole variazioni in questo sound, al solito volevo registrare della VERA MUSICA AMERICANA: Rock'n'Roll, Rhythm & Blues, Hillbilly, Western Bop, Jump Blues, etc. Come ho ottenuto quel sound? Ho sempre usato strumentazione casalinga. Poco importa "cosa usi"! Quello che importa veramente è l'ANIMA, il CUORE, l'INTENSITA' di chi è davanti e di chi è dietro il microfono
D: Lavoravi in studio con ognuno degli artisti che hai prodotto?
R: Con alcuni non ho interferito mai, con altri ho semplicemente dovuto indicare loro una direzione più "wild rockin" (in opposizione alla inclinazione verso un pop-country che andava molto di voga in radio). Io non avrei mai avuto successo senza artisti come Mac Curtis, Jackie Lee Cochran ecc…gente con dentro al cuore un "soul-rockin'-country-blues feeling"
D: Ho visto il tuo nome sotto diverse canzoni, quale è la tua preferita?
R: Sarebbe come chiedere se preferisco "Ready Teddy" o "Long Tall Sally", non riesco a rispondere a questo!
D: Mi piacerebbe parlare di alcuni degli artisti con i quali hai lavorato….iniziando da Gene Vincent…cosa ci puoi raccontare di lui?
R: Gene era veramente di animo triste prima di morire, perchè non riusciva a trovare musicisti (negli Stati Uniti) che potessero suonare del VERO Rock And Roll. Gene amava la musica e quell'atmosfera amichevole dei suoi "compagni di rock and roll": Elvis, Little Richard, Carl Perkins, Jerry Lee, Johnny Burnette, Fats Domino, Sam Cooke, Eddie Cochran, Solomon Burke ecc… Se avesse vissuto ancora i Rollin' Rock Rebels l'avrebbero sicuramente accompagnato dal vivo…peccato!
D: E cosa ci puoi dire di quel "matto" di Johnny Legend?
R: Johnny, così come Mack Stevens, è unico! Impossibile descriverlo con le parole! Un talento in svariati campi, un quoziente di intelligenza elavatissimo, può mettere nel sacco  chiunque e quando gli pare a lui. Due persone molto "colorate", potrei passare intere giornate a descrivere le loro "americanate".
D: Ray Campi, probabilmente l'artista più prolifico della RR, è ancora in giro (nonostante la veneranda età di 79 anni), sei fiero di lui?
R: Molto fiero di lui! Ha quasi 80 anni e continua a combattere per la "real American Way", ossia il vero rock!
D: E' vero che lui registrava la maggior parte delle cose da solo nei suoi album?
R: Si è vero! Ha suonato lui la maggior parte degli strumenti nei suoi primi 4 album.
D: Quest'anno ad Attignant-Francia, ho avuto l'onore di accompagnare sul palco, dopo 30 anni di assenze, Jimmie Lee Maslon, amo le sue canzoni e lui ha fatto uno show favoloso…è pure rimasto basito nel vedere il pubblico cantare le sue hit, cosa ci puoi dire di questo tranquillo uomo che cantava in maniera così selvaggia qualche anno fa?
R: Ho registrato Jimmi Lee quando era solo un 14enne. Lo incontrai in un negozio di dischi mentre comprava un disco di Ronnie Self e uno di Muddy Waters. Fù naturale chiedergli se gli piacesse il Rock And Roll. Aveva già un'incredibile e "greasy" voice!!!
D: Lo sai che i Meteors hanno registrato una versione psycho del suo hit "Wildcat Ways"? Approvi o no queste cose?
R: Avrei voluto che i Meteors scrivessero bene il nome di Jimmie Lee, così qualche soldo sarebbe arrivato anche a Jimmie Lee.
D: Ho anche avuto l'opportunità di accompagnare per il suo live set il polistrumentista Rip Masters, i penso che lui sia il RE della perfezione, ascolta le parti vocali, ascolta con attenzione i riff di chitarra, i passaggi di batteria…..ha sempre lavorato così?
R: Rip è talentuoso ed è anche una persona splendida. Sono molto felice che sia nella famiglia Rollin' Rock!
D: So che sei nato a Milano, ti senti un "poco" italiano?
R: (qui Ronnie risponde in italiano, nda) Si sono nato a Milano, e con i miei genitori parlo Italiano. Mi piace il prosciutto crudo, la bresaola, le banane Perugina (????), la pizza napoletana con acciughe e il formaggio taleggio e il chinotto. Mi piacciono anche i bluejeans italiani come i "Roy Rogers", i "Rifle" e i meno conosciuti "Wear Slacks", "Panther Jeans" e i "Dollar Jeans". Ovviamente impazzisco per Celentano, Little Tony, Tony Dallara ecc…Sono sconvolto da come Islamismo-Fascismo-Socialismo han distrutto l'Italia. Italia, America e Israele! Tre nazioni che amo! Tre nazioni in vero pericolo dalle forze totalitarie!
D: Che ne pensi della scena rockabilly europea? Ti piace?
R: Penso sia fenomenale e penso anche che sia la scena europea a tenere in vita in maniera prominente e vibrante, "The American Way Of Life". Sono anche contento che la scena italiana stia crescendo alla grande.
D: Ho sentito di un party niente male che si tiene a casa tua durante l'annuale Viva Las Vegas…è vero? E' aperto a tutti?
R: Il giorno prima dell'inizio del VLV, io e la mia adorata moglie Laurie Lee, organizziamo un internazionale incontro con tutti i "Rockabilly Rebels". Ospitiamo circa 200-250 "cats and chicks" da tutto il mondo. Musica dal vivo, jam sessions, divertimento puro. Cerca su youtube, ci sono un paio di video. Vuoi venire? Ok porta qualche birra!
D: Lasciamoci con la speranza di incontrarci, intanto dimmi qualcosa che non ti ho chiesto!
R: Vorrei vedere l'America essere più "americana" di nuovo, rock and roll, automobili, abbigliamento western, amore per la LIBERTA'! Mi sono divertito a rispondere a queste domande! Grazie Don Diego
ROCK AND ROLL FOREVER



venerdì 14 giugno 2013

Le Scale Usate nel Rockabilly-step 1



Il primo argomento che ho deciso di affrontare in video è l'atavica domanda "che scale usi?"...nel video sono spiegate le due scale che principalmente si usano nel rockabilly, ossia la scala maggiore pentatonica (suonata anche con delle note che la rendono più fluida) e la scala minore pentatonica (anch'essa suonata con delle note in più...le famose "blue notes").
Il motivo dell'uso di queste due scale è semplice: il rockabilly, inteso come genere musicale, altro non è che un miscuglio di generi. Negli anni '50, chitarristi di svariate estrazioni (blues, swing, country, western swing, jazz, fingerstylers...) si approcciavano in maniera totalmente personale a questo genere nascente; il risultato era una commistione di sonorità e tecniche, e, le scale, ne sono un esempio lampante!!!
Ho anche fatto qualche piccolo esempio, che deve servire come esercizio, su come mischiare le diteggiature delle due scale, al fine di costruire un fraseggio "nuovo"....ma di NUOVO non c'è niente!
Buon divertimento e Keep on Twang!!!
PS vi ricordo di suggerirmi argomenti da trattare......

martedì 11 giugno 2013

Cucinare una buona telecaster-step 1

"Cucinare una buona Telecaster-step 1"

Sempre più persone, prima, dopo, durante uno show, mi chiedono consigli e caratteristiche di una buona telecaster. Per questo motivo ho deciso di scrivere un mio personale "vademecum" che condensa tutte le considerazioni e i consigli che io stesso ho accumulato negli anni. Di telecaster negli anni ne ho avute veramente tante… La prima, una Squier GIAPPONESE blonde 52, la comprai nel lontano 1994 (me la regalai per il diploma), e, da allora, ne ho avute tante altre di varie fogge e fatture. Purtroppo ero troppo "inesperto" per suonarla bene, benchè ne fossi totalmente affascinato; quel look minimale e il fatto che tantissimi dei generi e dei musicisti che adoro-avo la suonassero, è stato il motore principale per cui potessi sceglierla. Dal 2000 una telecaster è sempre con me, prima come strumento per suonare la slide, poi come strumento di riserva, finalmente come strumento principale!!! Avendone provate tante so cosa voglio da uno strumento, apparentemente, così semplice! Ho parlato con tanti liutai e tanti esperti "telecasteristi" e sono giunto a delle piccole, scontate, conclusioni. La telecaster è proprio come una bistecca alla griglia! Apparentemente un pezzo di carne buttato sul fuoco…ma, in realtà, se vuoi che il sapore (suono) sia quello giusto, ogni elemento deve essere perfetto, sia come ingredienti che come fattura. Partiamo a parlare del CORPO di una telecaster. La sua forma rozza e le sue assenti smussature, credetemi, fanno il suono!!! Forse più del legno usato!!! Mi è capitato, proprio qualche mese fa, di suonare una telecaster ottimamente assemblata da un mio amico, esperto musicista, con tutto quello di cui un telecasterista ha bisogno. Piccolo particolare, il corpo (pur essendo in frassino) era leggermente meno spesso delle originali e con delle smussature per renderla più comoda all'imbraccio. Ecco un nodo fondamentale! Perchè il suono NON era quello giusto. Svuotato sui bassi, senza quell'attacco che sentiamo nei dischi, senza quel sustain che ha reso famoso lo strumento in questione. Per certi versi la chitarra sembrava una stratocaster (che non disprezzo assolutamente…ma ben distante dalla cugina "povera"). Ed effettivamente la mancanza di quella massa influiva così fortemente sul suono da renderla un altro strumento. Sui legni vorrei evitare discussioni infinite, tanto, a mio parere, sembra quasi che sia impossibile trovare l'essenza definitiva. Personalmente, nella scelta del legno per il body, prediligo qualcosa di ben risonante (proprio perchè sono un maniaco del twang) e leggero. Quindi frassino (leggero!!!) o castagno (la mia telecaster principale, costruita per me da Giovanni Ingallinera nella sua splendida liuteria, è ricavata da un tavolone di vecchio castagno; il suono è quello giusto e anche il peso la rende sopportabile per due ore e oltre di concerto in piedi). Ontano o simile lo assimilo ad un suono più malleabile e versatile. E' giusto anche parlare della verniciatura. E' probabilmente vero che su uno strumento elettrico non influisce più di tanto…ma è anche vero che il 99% della produzione in fabbrica, per rendere lo strumento appetibile e bello in vetrina, esagera con strati di vernice su strati di vernice. Mi è capitato spesso di vedere strumenti di fabbrica scheggiati con uno strato di vernice anche di 3mm….praticamente il corpo suona come se fosse dentro una custodia!!! E questo non è bello!!! Perchè la trasmissione delle vibrazioni delle corde è ampiamente compromessa!!!
Prossima puntata? Considerazioni sul manico!!!!...intanto godetevi il maestro Kid Ramos a bordo di una vecchia Esquire!!!
Stay Twang!
Don Diego Geraci