giovedì 17 ottobre 2013

L'uso degli accordi all'interno di un rockabilly solo

In molti mi avete chiesto, tramite il mio blog, dondiego75.blogspot.it, come faccio a miscelare gli accordi all'interno di un solo rockabilly....ecco, prendendo spunto dalle vostre domande, ho cercato di estrapolare una serie di "dritte" su questo argomento! Spero vi piaccia!!!
Buono studio!!!

venerdì 11 ottobre 2013

Cucinare una buona Telecaster-Step 2: il Manico


Qualche tempo fa scrissi un articolo dove raccoglievo le mie considerazioni sulla costruzione (o la scelta) di una buona telecaster; ribadisco il concetto secondo il quale la telecaster, essendo uno strumento semplicissimo e "rozzo", per suonare bene, deve essere costruito alla perfezione e con elementi di alta qualità! Dopo aver parlato del corpo (body) e quindi dei legni e delle misure (ma anche della verniciatura) passo volentieri al manico. La telecaster che mi ha cambiato letteralmente la vita, facendomi gridare al miracolo, è una replica di uno strumento del '55 costruito da Claudio Dini (master di Vintage-Corner, ditta specializzate in repliche di strumenti marchiati Fender): un corpo in frassino, dei pick up dozzinali (dei "banalissimi" Texas Special) e un manico GIGANTESCO! Così grosso come il suono che ne veniva fuori! Un manico che, a prima vista, sembra una mazza da baseball, sempre dritto (e ci rimane anche cambiando spessore di corde in continuazione…potrebbe anche non avere il truss rod); però, dopo appena qualche minuto di confidenza, comodissimo e piacevole (anche, forse, grazie al profilo a "V" sulle prime posizioni, che lo rende più comodo mentre si esegue un accordo pieno in prima posizione). Parlando, successivamente, con Giovanni Ingallinera (il liutaio che costruisce gli strumenti che abitualmente uso dal vivo) mi ha confermato l'importanza del manico nella costruzione di uno strumento, il suo spessore, insomma, dona letteralmente corpo e sustain alla chitarra. Ed, effettivamente, ho provato a montare un manico molto più sottile sullo stesso strumento (un manico di ispirazioni anni '60) e il risultato è stato sconvolgente: lo strumento, che prima gridava e mordeva, di colpo, è diventato più "educato" e morbido (non brutto….ma diverso….come se la sua propensione fosse passata dal rock and roll al r&b e funk). Da quel momento sui miei strumenti ho voluto manici enormi e col profilo a V; così facendo twang e sustain diventano le caratteristiche principali delle mie asce, forse pregiudicano un poco la velocità di esecuzione, ma non sono mai stato un velocista….quindi mi interessa poco….come d'altronde interessa poco a chi suona una tele col suono pulito! Guardando i "famosi" telecasteristi (Danny Gatton e Bill Kirchen su tutti, per il mio gusto) trovo sempre manici enormi sotto le loro mani, ed effettivamente i loro suoni e il loro approccio è fortemente caratterizzato dalla grinta che questo tipo di manico dona alla chitarra. Passando ai legni posso dire che acero per manico e tastiera sono un must, ok, ma anche una bella fetta (SPESSA!!!!) di palissandro non è per niente male (chi dice che suona scuro probabilmente si fa solo condizionare dal colore del legno); importantissimo avere dei buoni tasti, ben lucidati sopratutto, e di uno spessore medio (i jumbo rendono lo strumento un poco asettico….secondo me…). 
Un piccolo trucco che ho imparato da un video didattico di Danny Gatton di qualche anno fa, è l'esatto montaggio delle corde sulle meccaniche "vintage style": Danny (e se lo dice lui c'è da credergli!) dice che aumentare il sustain e la tenuta dell'accordatura bisogna far fare cinque-sei giri di corda attorno all'alberino della meccanica (il numero dipende dallo spessore della corda) e cercare di mantenere l'angolo di incidenza tra il capotasto e l'ingresso alla meccanica il maggiore possibile; effettivamente, da quando monto le corde prestando attenzione a questo particolare, la mia tele resta accordata intere settimane!!! Se Danny Gatton viene da tutti definito il "TELEMASTER" un motivo ci sarà……nel video sotto, se la spiegazione vi è sembrata "ostica", mr Gatton spiega esattamente come montare le corde al minuto 2,00

Il radius!!! Argomento ostico per me, che non mi riesco a districare tra tutte le diciture che si trovano sui manuali! So solo che, per ottenere un'action bassa (adoro suonare senza sforzarmi!) il radius delle mie telecaster è leggermente meno tondeggiante del classico Fender, tendendo a quello delle Gretsch (strumenti che ho suonato per anni e ancora adoro!). 
Per tutto il resto vi auguro buona ricerca sullo strumento che preferite!!! Prossimo step….pick up!!!! E lì ci sarà da perdersi all'interno di un mondo infinito……
Keep on Twang!

lunedì 9 settembre 2013

TK Smith, l'uomo che sta riportando in vita lo stile BIGSBY


Era il 2008, passeggiando per Senigallia, durante il Summer Jamboree, vengo completamente rapito da una band di Western Swing che, dal palco principale, suonava un misto di musica anni '40, jazz, country, rockabilly, con raffinate armonie vocali, una lapsteel virtuosa, ma, sopratutto, le frasi e le ritmiche di uno dei chitarristi più bravi e umili che abbia mai visto in vita mia; si trattava di TK Smith (deus ex machina del progetto) che, fornito di una telecaster ampiamente modificata (ponte Bigsby B6, pick up alla Charlie Christian al manico, corde enormi e lisce) sciorinava lick alla Jimmy Briant e alla Merle Travis con una espressione pacifica e pacata sul palco, quasi come se le sue mani fossero slegate dal resto del corpo (infatti correvano alla velocità della luce, mentre nemmeno un capello si smuoveva dalla testa). Ho iniziato a seguirlo sul suo blog, dove ho scoperto che nasce come un falegname-designer molto apprezzato nella torrida California, specie per i suoi lavori minimali e di chiara ispirazione fifties; ho poi iniziato a seguire i suoi lavori di intarsio sulla bakelite (come si faceva sulle vecchie chitarre Bigsby); poi si è messo a costruire pick up in pieno Bigsby style, in alluminio e con "quel suono lì"; quindi ha iniziato a modificare telecaster varie fornendole di tremoli personalizzati, battipenna intarsiati, pick up custom; è poi passato a costruire manici su specifiche Bigsby e ad accoppiarli su vecchie archtop di serie B, insieme ai suoi set (cercando di emulare suono e look delle chitarre di Hank Garland, Grady Martin, Merle Travis….); infine, ed è cosa degli ultimi giorni, a costruire la sua replica di uno degli strumenti Bigsby per eccellenza; tutto questo in pochi mesi!!! Sembrerebbe il lavoro di anni!!! E il suo lavoro è apprezzatissimo oltreoceano, infatti gente come Jimmie Vaughan, Deke Dickerson, Pat Capocci, Jim Heat, Ashley Kingman e tanti altri, sono suoi affezionati clienti e gli consegnano le loro chitarre per farsele customizzare e ottenere quel sound (quel famoso sound BIGSBY) che si è totalmente perso negli anni. L'ho contattato per fargli qualche domanda e lui, con la signorilità che lo contraddistingue, mi ha risposto in pochissimo tempo, e, quella che segue, è la chiacchierata virtuale con colui che tiene vivo un "suono" e uno stile costruttivo unico e raro….buona lettura!


Diego: Ciao Tk, intanto grazie per l'opportunità che mi stai dando! Dimmi qualcosa su di te....come sei entrato nel mondo della musica?
Tk: Quando ero un ragazzo mia madre mi fece entrare in un ensemble di chitarristi presso la nostra chiesa. Questo quando andavo ancora alle elementari, iniziai quando avevo 8 anni fino all'età di 11. Fino ai 17 anni, ero un punk rocker, non suonai più, poi un mio amico mi diede una cassetta con dentro le registrazioni di Gene Vincent del '56 (quelle con Cliff Gallup per intenderci). Da allora ricominciai a suonare e da allora non ho mai smesso.

D: Hai suonato per tanti anni insieme a Big Sandy e al suo Fly Rite Trio, ho visto che suonavi una Gretsch duo-jet vero? Avevi un gran suono! Cosa è successo e come mai sei diventato, successivamente, un telecasterista?
Tk: In realtà sono sempre stato un telecasterista, solo quando iniziai a suonare con Big Sandy comprai la duo-jet, proprio a causa di Cliff Gallup. Quando lasciai la band, nei primi '90, la vendetti perchè non la usavo più....e adesso ne vorrei una!!!

D: Che cosa mi dici degli “Smith's Ranch Boys” (una splendida formazione di western swing insieme al gotha di questo genere, formazione creata proprio da Tk)? Vi ho visto dal vivo qualche anno fa e faceste uno show da paura!!! Hai qualcosa in serbo per questa formazione?
Tk: Questa formazione era veramente divertente, ma viviamo tutti molto distanti gli uni dagli agltri, e ognuno di noi è impegnatissimo con la sua attività, quindi non riusciamo a pianificare niente di nuovo. Speriamo in futuro

D: Una delle cose che più ricordo di quella serata era il tuo gigantesco suono...corde lisce ed enormi vero? Se si perchè?
Tk: Quando ero un ragazzo avevo un insegnante che mi raccomandava di usare sempre questo tipo di corde, e da allora non ho mai smesso di usarle. Mi piace come reagiscono sotto le dita, e, il suono che ne esce, è perfetto per il mio stile di musica.



D: Parliamo della tua attività di “artigiano” delle sei corde, io penso che tu sia il migliore in questa galassia nel customizzare una tele! Quale è l'idea di base dietro al tuo lavoro?
Tk: Grazie! Sono sempre stato affascinato e ispirato dal lavoro di P.A. Bigsby (uno dei padri fondatori dello strumento elettrico, nda) e le sue customizzazioni su strumenti esistenti, ma anche dalle sue creazioni. Era un vero artista, tutti i suoi strumenti erano così diversi e geniali, non era assolutamente un prodotto "industriale". Ho passato ore a vedere vecchie foto di sue chitarre, e, in testa mia, ronzava sempre l'idea di far qualcosa di simile sulla mia telecaster.

D: Ho visto che hai iniziato a incidere le scritte sui battipenna di vera bakelite, ma poi sei passato a costruire il tuo specifico pick up....quale era il suono che avevi in testa? Penso che sia strettamente legato al sound di Grady Martin (anche lui aveva il suo nome inciso sul battipenna della sua chitarra...di marca Bigsby ovviamente)!!!
Tk: Per tantissimo tempo ho inciso scritte e disegni sulle mie chitarre. Pian piano altri chitarristi hanno iniziato a commissionarmi un battipenna personalizzato. Il primo penso sia stato Pat Capocci (giovane e talentuoso chitarrista early blues e rockabilly australiano, nda). Negli ultimi anni ho fatto una miriade di battipenna custom per svariati modelli di chitarra e altri strumenti a corda (contrabbassi, mandolini, steel guitars....ecc ecc...). Parlando di suono, quindi a cosa mi sono ispirato nella creazione del mio pick up, i miei "miti" sono Charlie Christian e Grady Martin, ho avvolto spire e scelto materiali ascoltando morbosamente il loro sound. Sono contentissimo del risultato!



D: Hai iniziato con le modifiche sulle telecaster, quindi sei passato a dei totali restyle di vecchie e dimenticate archtop, costruendo dei manici nuovi di zecca (proprio come faceva il P.A. Bigsby, la chitarra di Merle Travis ne è l'esempio più famoso) ed equipaggiandole di pick up specifici costruiti da te; ultimamente ho visto che hai iniziato a costruire delle chitarre (emulando proprio gli strumenti a metà strada tra una solid body e una archtop di Bigsby) da zero, quale è il prossimo step? La costruzione di strumenti radicali diventerà parte del tuo lavoro oppure sono solo esperimenti?
Tk: Per tantissimi anni ho lavorato sulla costruzione e sul design di pezzi di arredamento disegnati dai vari artisti della Joshua Tree (il posto in California dove Tk vive, nda). Nel mentre costruivo parti di chitarra per me stesso. Qualche anno fa, trovata una Kay K.161, iniziai a modificarla, e subito le richieste iniziarono a fioccare. Il mio "guitar business", Tk Smith Electronic Guitar Service, è cominciato così, quasi dal nulla, e, adesso, è la mia principale attività. Come detto prima, l'ispirazione di P.A. Bigsby è la fonte principale del mio "mestiere". Spero in tempi brevi di riuscire a presentare la mia Smith Special, una chitarra totalmente disegnata da me, insieme ad una serie di parti per chitarra realizzati sempre da me nel mio laboratorio

D: Una delle cose che più mi incuriosisce è la tua leva "speciale" per il vibrato, cosa mi puoi dire?
Tk: L'ho costruita perchè volevo una leva più facile da usare, per me, con il pivot più vicino alla mia mano destra, di modo da poter avere l'accesso alla leva più semplice mentre suono.

D: L'ultima domanda. Tu sei un esperto di telecaster con il tremolo bigsby, qual'è il segreto della perfetta istallazione?
Tk: Il segreto è il giusto angolo tra manico e corpo! Per questo costruisco la mia "zeppa" in alluminio da aggiungere tra il manico e il body, l'ho sperimentata per me in vari modi, e adesso è disponibile per tutti nel mio shop online.

Con questa risposta si conclude la chiacchierata ultra-prolifica insieme a questo signore delle sei corde, vi invito a visitare la sua pagina online, all'indirizzo http://tksmith.net, e dare un occhio alle sue creazioni….io le definisco "guitar porn"….
Don Diego


ENGLISH VERSION:

Q:Hi TK, thank you very much for the opportunity you're giving us! Let me know something about you…how did you meet the music world?
A: As a kid, my mom had me playing guitar in a Guitar Mass at our church. This was probably when I was in 4thth grade, from the time I was 8 years old to 11 years old. Then up until I was around 17, I was into Punk Rock and didn’t play. One of my Punk Rock friends gave me a cassette tape of Gene Vincent’s 1956 recordings with Cliff Gallup. I started playing again soon after and haven’t stopped since.

Q: You played so long with Big Sandy, during the Fly Rite Trio period, i saw you was playing a duo jet? You had a great sound!!! What happened to that guitar and why did moved to the telecaster word?
A:I’ve always had Telecasters and when I played with Big Sandy, I bought a Duo Jet because of Cliff Gallup. When I left the Fly Rite Trio in the early 90’s, I sold the guitar because I wasn’t using it. Now I wish I still had it!

Q: What about the Smith's Ranch Boys? I saw you playing live few years ago and you did a great show!!! Are you planning something new for this band?
A:Smith’s Ranch Boy’s was a really fun band but now we all live far apart from one another and everyone is busy, so we don’t have anything new planned right now. Maybe someday.

Q: One the most amazing thing i remember about your gig was your amazing sound, flat and big strings…is it right? And why?
A: I had a guitar teacher when I was younger and he recommended that I try flat rounds and I’ve used them every since. I love the way they feel and sound for the type of music I play.

Q: I think you're the best artist on this galaxy to make a real "custom" telecaster! What's the idea behind your work?
A: I’ve always been inspired by the work of P.A. Bigsby and his customized and custom guitars. They were all so different, not like a cookie cutter product. I’d see an old picture of a customized guitar, or get an idea for something in my head and I’d have to try it on my Tele.

Q: I saw you started on inlaying names on the pickguards of real bakelites, and then you started on making pick ups…what's the sound you searched for? I think is much related on Grady Martin's sound….he also had an inlayed pickguard!!!
A:For a long time, I’ve made my own inlayed pickguards for my guitars. Eventually, other players started asking for their own personalized piackguards. I think the first was Pat Capocci from Australia. In the last few years, I have inlayed pickguards for all types of guitars and other string instruments.
Two of my favorite players sonically are Charlie Christian and Grady Martin so they have been a strong influence on the creation of my pickups and I’m really happy with the way they sound.

Q: You started on making fine modifications on various telly (like yours….) and then i saw you doing a total restyle on old archtops, making new necks and new pick up sets, and now i saw a totally hand made guitar, that emulates an old Bigsby solid body, what's the next step? And is it a "new job" for you or you're only making experiments?
A:For a number of years I have been doing design and fabrication work that covered everything from custom made kitchens to working with artists in the Joshua Tree area where we live. All along, I was fabricating guitar parts for myself. A few years ago, I started a modification of a Kay K-161 and I suddenly started getting requests from other players asking if I could do the same for them. My guitar business, TK Smith Electronic Guitar Service, has grown from there and it’s our full time business now. Like I said before, P.A. Bigsby’s work has been a huge influence so his work has definitely inspired some modifications. What you’ll see next will be my own designed Smith Special guitar and various parts that we’re beginning to produce in our shop.

Q: What can you tell me about you custom bigsby arms?
A:I made my arm because I wanted it to be easier to adjust and have the pivot point closer to my hand so I could access it quickly while playing.

Q: You're an expert about the telly with a bigsby tremolo, what's the secret of the right customization?
A:Having the neck at the right angle is the key. That’s why I made my own aluminum shim many years ago and have made them available to others as well.




giovedì 18 luglio 2013

Deke Dickerson, intervista a Mr. Entertainer


Qualche tempo fa incontrai "virtualmente" Deke Dickerson per un'intervista su un altro sito specializzato (che poi chiuse….beh….altra storia…peccato comunque!) e ho deciso di riproporla qui nel mio blog proprio in vista dei concerti che Deke farà a Senigallia, al 14esimo Summer Jamboree, il 3 e 4 agosto (il 3 accompagnerà il mitico re del Twang, mr. Duane Eddy).
Per chi non lo conoscesse Deke Dickerson è un personaggio più unico che raro: grande chitarrista (non è un virtuoso ma è uno che conosce il genere e lo strumento così bene da fare impallidire qualsiasi ascoltatore esperto), ottimo cantante (dotato di un timbro tra il fifties e il sixties raro!), esperto di chitarre "fetish" e particolari (suo è il blog dedicato agli strumenti marchiati Bigsby, chiamato "the Bigsby Files", ricco di informazioni e foto rare e preziose), organizzatore di eventi (è lui l'ideatore del Guitar Geek Festival, una rassegna dedicata alla chitarra e ai chitarristi "sconosciuti" che si tiene ogni anno come manifestazione parallela al NAMM di Los Angeles), e, infine, è un grande showman, uno che si mangia letteralmente il palco, e, questa cosa, lo rende uno dei musicisti più attivi e richiesti sul pianeta, continuamente in tour!!! La sua produzione e il suo curriculum è impressionante….da qualche anno è diventato una perfetta star controtendenza (recentemente ha diviso più volte il palco insieme ai Reverend Horton Heat come ospite speciale, oppure è stato invitato nel famosissimo programma di Marty Stuart, dedicato alla Country Music tradizionale, mentre campeggia sulle riviste di settore americane….ecc ecc ecc).
La grande caratteristica di Deke secondo me? E' sempre una persona sorridente e positiva! Lo si vede dalle sue foto! Lo si vede dai video! Lo si sente nella sua musica! Lo si evince dall'intervista sotto….buona lettura!!!



Diego: Ciao Deke! Iniziamo a parlare di come hai iniziato e come hai scoperto il rockabilly

Deke: Quando ero un ragazzino odiavo la musica che andava forte a quel tempo, la disco e roba del genere, sai cosa intendo. Quando ascoltai Chuck Berry e Bill Haley per la prima volta me ne sono innamorato, poi andai a vedere dal vivo gli Stray Cats e i Blasters e ho pensato "ecco quello che voglio fare!". Ero più giovane della maggior parte di tutti loro ma ho messo insieme la mia prima rockabilly band nel 1983 quando ero solo un 14enne.

Diego: Cosa ci puoi dire delle tue influenze? Chi sono i tuoi chitarristi preferiti e perchè?

Deke: Questa domanda potrebbe impegnare anche una giornata per la risposta! Posso dirti che il mio stile è la fusione di ottimi riff e frasi prese da Nokie Edwards, Cliff Gallup, Chuck Berry e Grady Martin. Questi sono i miei preferiti in assoluto, insieme a Joe Maphis, Merle Travis, George Barnes, Mickey Baker ecc ecc…

Diego: Questa è una pagina dedicata alla chitarra e ai chitarristi, ci puoi parlare del tuo sound? E, in particolare, come ottieni quel fantastico suono che ti caratterizza?

Deke: Grazie per i complimenti! Potrebbe sembrare stupido ma penso che un buon suono sia come cucinare un buon piatto, la semplicità, unita a ottimi ingredienti, è il segreto per un buon cibo-suono. Seriamente, se parli con un famoso chef, ti dirà la stessa cosa, ossia utilizzare i migliori ingredienti e usarli nel modo più semplice possibile. La stessa cosa vale per il tuo suono, se hai una buona chitarra e un buon ampli hai tutto quello che ti serve. Troppo spesso giovani chitarristi pensano che basta avere una buona pedaliera con un sacco di pedali o ampli "simulati" per avere un ottimo "tone". Pensano anche che l'imitazione di una buona chitarra sia la soluzione. Bene, non ci sono soluzioni così semplici per un buon suono (e in generale per nessun problema al mondo). La soluzione è "the real thing is always the best". Quindi io uso un ampli micidiale, come un vecchio Standel a valvole e un echo a nastro, ripiegando, per motivi logistici, su un Danelectro Echo pedal, quando necessario.

Diego: Ti ho sempre visto con una miriade di chitarre, telecaster, les paul, doppio manico, danelectro, gretsch, bigsby…ma quale è la tua preferita?

Deke: Per quanto riguarda le chitarre ne ho tante che adoro, ma per la maggior parte delle volte uso la mia Hallmark Deke Dickerson Model, ovviamente adoro alla follia la mia vecchia Telecaster e la mia TNM Custom Doubleneck (dentro il mio vecchio Standel o un vecchio Fender Vibrolux….anche se ci sono così tanti vecchi ampli ognuno diverso dall'altro che bisogna assolutamente provare e sperimentarci qualcosa!).

Diego: Anni fa, un amico che organizza concerti qui in Italia, e ne ha organizzati qualcosa come 300 SOLO di rockabilly, con super band da tutto il pianeta, mi ha detto "lo show di Deke Dickerson è stato il migliore che io abbia mai organizzato e visto!!!". Cosa c'è dietro a queste parole? Solo musica o qualcos'altro?

Deke: Wow sono felice di sentire come la pensa! Ricordo lo show a cui ti riferisci ed è stato divertentissimo. Probabilmente a causa delle line up di quella volta, Crazy Joe e Chris Sugarball erano sul palco con me. Tutti e tre possiamo suonare chitarra, basso e batteria, scambiarci lo strumento per tutta la serata e farlo tranquillamente!

Diego: Visto che hai parlato di Crazy Joe raccontaci qualcosa di lui e della vostra collaborazione.

Deke: Lui è veramente un piccolo genio! Vive in una cittadina nell'Ohio. Lo incontrai mentre ero in tour da quelle parti e ho subito pensato che questo ragazzo era veramente in gamba. Un anno dopo l'ho rivisto e l'ho invitato a suonare con me. Quindi abbiamo iniziato a suonare insieme e lì ho realizzato che è un genio: suona benissimo chitarra, basso e batteria, è un ottimo ingegnere del suono, registra e produce meglio di qualsiasi altra persona! E, inoltre, può montare e smontare un amplificatore o tutta la strumentazione da studio da solo! Impossibile che non iniziasse una grande amicizia tra di noi! Adesso ha un lavoro regolare e non abbiamo tante opportunità per suonare insieme, ma cerchiamo di farlo quando possiamo.

Diego: So che sei l'uomo dietro il "Guitar Geek Fest", ci puoi parlare di questo evento speciale? Come scegli gli ospiti?

Deke: Ho creato questo evento nel 2004 perchè ho realizzato che nessuno faceva il festival che mi sarebbe piaciuto vedere. Non avrei immaginato quanto lavoro c'è dietro però, vederlo realizzato, è una sensazione unica. Ho ormai una formula che include un artista di spicco conosciuto (come Duane Eddy, Junior Brown, i Collins Kids o Nokie Edwards dei Ventures) e una serie di oscure leggende del passato insieme a nuove leve della chitarra. Ho avuto, a questa maniera, l'opportunità di suonare con alcuni dei miei idoli, è questo è veramente grande.

Diego: Adoro tutti i tuoi cd ma, il mio preferito, resta "in 3D", penso che l'idea di mettere insieme i "3 lati della tua personalità artistica" sia eccezionale!

Deke: Beh grazie! In realtà avrei potuto farne 5 di quei dischi perchè ho contato 15 diverse sfaccettature della mia indole musicale. Ma, comunque, Rockabilly, Rock and Roll e Hillbilly, sono le mie preferite…

Diego: Il tuo suono in studio è sempre bellissimo. Come ti approcci al lavoro in studio? Come registri? E come riprendi la chitarra?

Deke: Ho uno studio a casa mia, una miscela di vecchia roba valvolare, vecchi microfoni e qualcosa di moderno. Penso che la giusta combinazione di vecchio e nuovo, insieme ad un approccio organico, sia l'unico modo per ottenere un buon suono. Quando dico "approccio organico" intendo che tutti insieme registriamo dal vivo in una stanza, usando l'auto controllo. Così si faceva un tempo! Magari faccio gli overdub per la voce o per qualche parte di chitarra di contorno, ma questo è il segreto del mio sound. Spesso questo approccio ti impone di lasciare su nastro anche gli errori, ma se suonano bene perchè toglierli? Il vero problema delle registrazioni odierne è la ricerca esagerata della perfezione, sembra quasi "disumano" come approccio. Parlando della registrazione della chitarra posso dirti che è maledettamente semplice! Cerca il suono che ti piace, piazza un buon microfono davanti all'ampli e il gioco è fatto! Semplice no? Qualche volta io uso il mio EV 666 dinamico, oppure un vecchio RCA 77. Se voglio un suono leggermente saturato userò un Sony C37 o un Neumann/Geffel CMV563 direttamente sul cono per saturare il condensatore stesso. Ma, alla fine, il vero segreto è il suono di partenza! La magia sta lì!

Diego: L'ultima domanda….vintage o non vintage?

Deke: Li ho entrambi. Ma tutto dipende dalla qualità di base. Le mie Hallmark sono nuove di pacca ma suonano come delle chitarre vintage. E posso assicurarti che ho suonato Les Paul, per la quale qualcuno avrebbe pagato anche 100.000 dollari, che avevano un suono terribile. Quindi tutto dipende sempre da tanti fattori e anche dall'abilità di capire che suono cerchi o cosa sia un buon suono.

Diego: Grazie Deke per avermi dato la possibilità di parlare con uno dei più grandi chitarristi viventi di Rock And Roll!

Deke: Grazie a te! Apprezzo tantissimo il tuo lavoro e spero di tornare in Italia presto! AMO L'ITALIA!


venerdì 5 luglio 2013

Lo stile chitarristico di Cliff Gallup

In questa video-lezione analizzo lo stile del chitarrista di Gene Vincent, il sommo Cliff Gallup. E' stato di fondamentale importanza per quasi tutti i chitarristi moderni di questo genere; il suo stile, le sue trovate geniali, hanno in svariati modi influenzato una miriade di chitarristi....famosissimi...famosi...e non! Ho cercato, in pochi minuti, di fare un sunto del suo approccio, partendo dal suono, passando per le sue frasi celebri, i suoi trucchetti, le scale usate, arrivando alla sua ritmica. Spero possa esservi d'aiuto!!!
Keep on ROCKIN'......



mercoledì 3 luglio 2013

L'uso dell'echo nel rockabilly



In molti mi avete chiesto come si usa l'effetto dell'echo nel genere che amiamo tanto, ho quindi deciso di dimostrarvi come lo regolo io per emulare i suoni e le sonorità degli anni '50, con un piccolo tocco di modernità!
Le regolazioni su cui mi sono concentrato sono 3:
  1. classico slap-back echo, con una sola ripetizione velocissima (sui 137ms)
  2. echo alla "Cliff Gallup", quindi una sola ripetizione un poco più lenta rispetto al classico slap-back; per un suono più "neo-rockabilly" non faccio altro che aumentare le ripetizioni (ma non più di 3, e la terza quasi "sfumata"….)
  3. ESAGERATO!!!! Classico slap-back echo ma aumento il mix nota suonata/nota ripetuta di modo che le note vengono raddoppiate; è un giochino fatto quasi per scherzare ma ha il suo effetto! L'importante è suonare note singole e ben staccate ad una velocità costante
Buon divertimento!!!

mercoledì 19 giugno 2013

Costruzione di un solo nel rockabilly: tensione-relax

Tensione e Relax
Nel video di oggi cerco di chiarire un aspetto fondamentale valido in TUTTI i tipi di solo: l'alternarsi dei due "mood" basilari, ossia la TENSIONE e il RELAX. 
Ogni genere musicale alterna queste due fasi nel suo linguaggio, e, la differenza tra un genere e un altro, sta proprio nel come vengono alternata (durata e soluzioni che creano Tensione e Relax).
Nel nostro "mondo" musicale, in genere, la scala minore pentatonica (proprio perchè una scala minore suonata in un contesto maggiore) genera TENSIONE, mentre quella maggiore pentatonica (avendo quasi le stesse note dell'accordo, comunque quelle più importanti dello stesso) genere RELAX.
Nel video introduco questo argomento fondamentale per la creazione di un linguaggio coerente con il genere suonato…chiudo il video usando, per creare RELAX, l'accordo stesso (suonato in vari modi). Ma è solo una pillola di un argomento vastissimo!
Buona visione e ricordatevi di visitare il mio blog all'indirizzo dondiego75.blogspot.it
Don Diego

lunedì 17 giugno 2013

Intervista a Ronny Weiser, l'uomo, il mito, dietro la Rollin' Rock


Per una serie di motivi "astralmente" coincidenti, negli ultimi mesi mi sono ritrovato sempre più spesso immerso nei dischi della Rollin' Rock. L'apice di queste coincidenze "astrali" è stata la mia partecipazione all'ultimo Good Rockin' Tonight in Francia e aver dovuto accompagnare sul palco TUTTI gli artisti della fantastica etichetta americana presenti in quel week end. Quindi per circa tre mesi ho studiato i loro pezzi, le loro sonorità, il loro mood….mi sono ritrovato così immerso nel sound della RR così tanto che tutte le altre produzioni mi sono sembrate quasi "strane" all'ascolto. Facciamo un passo indietro…la Rollin' Rock nasce in America nel 1969 come "fanzine" dedicata al Rock And Roll, per poi trasformarsi in etichetta qualche anno dopo. Producendo artisti fantastici come Ray Campi, Mac Curtis, Johnny Legend, alcune cose di Gene Vincent…ma anche i Blasters!!! Dietro questo progetto c'è un uomo, un certo Ronny Weiser, italiano di nascita, puro americano di spirito. E' lui che, determinato dal grande amore per il vero rock and roll, produce e confeziona dei dischi che, secondo me, non dovrebbero mancare nella discografia di nessuno!!! Ed è proprio lui che ho deciso di intervistare….per due motivi: il primo per rendere onore ad un uomo il cui carisma si riesce a sentire anche tramite delle "fredde" emaill, il secondo per scoprire cosa c'è dietro un'etichetta con delle produzioni così pregevoli. Le sue parole sono MIELE per le nostre orecchie! Ho volutamente lasciato alcune frasi in slang americano (sono quelle virgolettate) proprio perchè non avrei saputo come tradurle mantenendo il forte senso evocativo delle frasi stesse! Buona lettura….

Diego: Ciao Ronny! Grazie tanto per avermi dato l'opportunità di parlare della tua favolosa etichetta! Puoi dirmi come tutto è iniziato?
Ronny: Tutto è iniziato quando mi sono sentito stanco e assillato dalla musica "anti americana" degli hippie. Non potevo credere che i comunisti, i socialisti, i fascisti che mi avevano perseguitato a Como (Ronnie è nato a Milano nel '47, nda) avrebbero potuto vincere il loro assalto al RnR!
D: Io amo veramente tutto della Rollin' Rock, a cominciare dal sound, per arrivare alle canzoni, passando per la grafica….dimmi la verità…è tutto studiato a tavolino?
R: Io volevo aiutare il RnR e fare giustizia! Non ho mai pensato di copiare il sound della SUN Records o di creare un "nuovo" sound, tantomeno di resuscitarne uno ormai vecchio e morto. Ho sempre e solo voluto registrare e produrre del VERO ROCK AND ROLL, è tutto! Riguardo le grafiche, bene, sono cresciuto guardando i cartoni animati di Tex Avery, quelli di Tom&Jerry, quindi gli ho dato un occhio e ho provato a creare delle grafiche folli con le mie limitate abilità!
D: Come hai raggiunto quel particolare "Sound alla Rollin' Rock" in studio?
R: Ci sono delle piccole variazioni in questo sound, al solito volevo registrare della VERA MUSICA AMERICANA: Rock'n'Roll, Rhythm & Blues, Hillbilly, Western Bop, Jump Blues, etc. Come ho ottenuto quel sound? Ho sempre usato strumentazione casalinga. Poco importa "cosa usi"! Quello che importa veramente è l'ANIMA, il CUORE, l'INTENSITA' di chi è davanti e di chi è dietro il microfono
D: Lavoravi in studio con ognuno degli artisti che hai prodotto?
R: Con alcuni non ho interferito mai, con altri ho semplicemente dovuto indicare loro una direzione più "wild rockin" (in opposizione alla inclinazione verso un pop-country che andava molto di voga in radio). Io non avrei mai avuto successo senza artisti come Mac Curtis, Jackie Lee Cochran ecc…gente con dentro al cuore un "soul-rockin'-country-blues feeling"
D: Ho visto il tuo nome sotto diverse canzoni, quale è la tua preferita?
R: Sarebbe come chiedere se preferisco "Ready Teddy" o "Long Tall Sally", non riesco a rispondere a questo!
D: Mi piacerebbe parlare di alcuni degli artisti con i quali hai lavorato….iniziando da Gene Vincent…cosa ci puoi raccontare di lui?
R: Gene era veramente di animo triste prima di morire, perchè non riusciva a trovare musicisti (negli Stati Uniti) che potessero suonare del VERO Rock And Roll. Gene amava la musica e quell'atmosfera amichevole dei suoi "compagni di rock and roll": Elvis, Little Richard, Carl Perkins, Jerry Lee, Johnny Burnette, Fats Domino, Sam Cooke, Eddie Cochran, Solomon Burke ecc… Se avesse vissuto ancora i Rollin' Rock Rebels l'avrebbero sicuramente accompagnato dal vivo…peccato!
D: E cosa ci puoi dire di quel "matto" di Johnny Legend?
R: Johnny, così come Mack Stevens, è unico! Impossibile descriverlo con le parole! Un talento in svariati campi, un quoziente di intelligenza elavatissimo, può mettere nel sacco  chiunque e quando gli pare a lui. Due persone molto "colorate", potrei passare intere giornate a descrivere le loro "americanate".
D: Ray Campi, probabilmente l'artista più prolifico della RR, è ancora in giro (nonostante la veneranda età di 79 anni), sei fiero di lui?
R: Molto fiero di lui! Ha quasi 80 anni e continua a combattere per la "real American Way", ossia il vero rock!
D: E' vero che lui registrava la maggior parte delle cose da solo nei suoi album?
R: Si è vero! Ha suonato lui la maggior parte degli strumenti nei suoi primi 4 album.
D: Quest'anno ad Attignant-Francia, ho avuto l'onore di accompagnare sul palco, dopo 30 anni di assenze, Jimmie Lee Maslon, amo le sue canzoni e lui ha fatto uno show favoloso…è pure rimasto basito nel vedere il pubblico cantare le sue hit, cosa ci puoi dire di questo tranquillo uomo che cantava in maniera così selvaggia qualche anno fa?
R: Ho registrato Jimmi Lee quando era solo un 14enne. Lo incontrai in un negozio di dischi mentre comprava un disco di Ronnie Self e uno di Muddy Waters. Fù naturale chiedergli se gli piacesse il Rock And Roll. Aveva già un'incredibile e "greasy" voice!!!
D: Lo sai che i Meteors hanno registrato una versione psycho del suo hit "Wildcat Ways"? Approvi o no queste cose?
R: Avrei voluto che i Meteors scrivessero bene il nome di Jimmie Lee, così qualche soldo sarebbe arrivato anche a Jimmie Lee.
D: Ho anche avuto l'opportunità di accompagnare per il suo live set il polistrumentista Rip Masters, i penso che lui sia il RE della perfezione, ascolta le parti vocali, ascolta con attenzione i riff di chitarra, i passaggi di batteria…..ha sempre lavorato così?
R: Rip è talentuoso ed è anche una persona splendida. Sono molto felice che sia nella famiglia Rollin' Rock!
D: So che sei nato a Milano, ti senti un "poco" italiano?
R: (qui Ronnie risponde in italiano, nda) Si sono nato a Milano, e con i miei genitori parlo Italiano. Mi piace il prosciutto crudo, la bresaola, le banane Perugina (????), la pizza napoletana con acciughe e il formaggio taleggio e il chinotto. Mi piacciono anche i bluejeans italiani come i "Roy Rogers", i "Rifle" e i meno conosciuti "Wear Slacks", "Panther Jeans" e i "Dollar Jeans". Ovviamente impazzisco per Celentano, Little Tony, Tony Dallara ecc…Sono sconvolto da come Islamismo-Fascismo-Socialismo han distrutto l'Italia. Italia, America e Israele! Tre nazioni che amo! Tre nazioni in vero pericolo dalle forze totalitarie!
D: Che ne pensi della scena rockabilly europea? Ti piace?
R: Penso sia fenomenale e penso anche che sia la scena europea a tenere in vita in maniera prominente e vibrante, "The American Way Of Life". Sono anche contento che la scena italiana stia crescendo alla grande.
D: Ho sentito di un party niente male che si tiene a casa tua durante l'annuale Viva Las Vegas…è vero? E' aperto a tutti?
R: Il giorno prima dell'inizio del VLV, io e la mia adorata moglie Laurie Lee, organizziamo un internazionale incontro con tutti i "Rockabilly Rebels". Ospitiamo circa 200-250 "cats and chicks" da tutto il mondo. Musica dal vivo, jam sessions, divertimento puro. Cerca su youtube, ci sono un paio di video. Vuoi venire? Ok porta qualche birra!
D: Lasciamoci con la speranza di incontrarci, intanto dimmi qualcosa che non ti ho chiesto!
R: Vorrei vedere l'America essere più "americana" di nuovo, rock and roll, automobili, abbigliamento western, amore per la LIBERTA'! Mi sono divertito a rispondere a queste domande! Grazie Don Diego
ROCK AND ROLL FOREVER



venerdì 14 giugno 2013

Le Scale Usate nel Rockabilly-step 1



Il primo argomento che ho deciso di affrontare in video è l'atavica domanda "che scale usi?"...nel video sono spiegate le due scale che principalmente si usano nel rockabilly, ossia la scala maggiore pentatonica (suonata anche con delle note che la rendono più fluida) e la scala minore pentatonica (anch'essa suonata con delle note in più...le famose "blue notes").
Il motivo dell'uso di queste due scale è semplice: il rockabilly, inteso come genere musicale, altro non è che un miscuglio di generi. Negli anni '50, chitarristi di svariate estrazioni (blues, swing, country, western swing, jazz, fingerstylers...) si approcciavano in maniera totalmente personale a questo genere nascente; il risultato era una commistione di sonorità e tecniche, e, le scale, ne sono un esempio lampante!!!
Ho anche fatto qualche piccolo esempio, che deve servire come esercizio, su come mischiare le diteggiature delle due scale, al fine di costruire un fraseggio "nuovo"....ma di NUOVO non c'è niente!
Buon divertimento e Keep on Twang!!!
PS vi ricordo di suggerirmi argomenti da trattare......

martedì 11 giugno 2013

Cucinare una buona telecaster-step 1

"Cucinare una buona Telecaster-step 1"

Sempre più persone, prima, dopo, durante uno show, mi chiedono consigli e caratteristiche di una buona telecaster. Per questo motivo ho deciso di scrivere un mio personale "vademecum" che condensa tutte le considerazioni e i consigli che io stesso ho accumulato negli anni. Di telecaster negli anni ne ho avute veramente tante… La prima, una Squier GIAPPONESE blonde 52, la comprai nel lontano 1994 (me la regalai per il diploma), e, da allora, ne ho avute tante altre di varie fogge e fatture. Purtroppo ero troppo "inesperto" per suonarla bene, benchè ne fossi totalmente affascinato; quel look minimale e il fatto che tantissimi dei generi e dei musicisti che adoro-avo la suonassero, è stato il motore principale per cui potessi sceglierla. Dal 2000 una telecaster è sempre con me, prima come strumento per suonare la slide, poi come strumento di riserva, finalmente come strumento principale!!! Avendone provate tante so cosa voglio da uno strumento, apparentemente, così semplice! Ho parlato con tanti liutai e tanti esperti "telecasteristi" e sono giunto a delle piccole, scontate, conclusioni. La telecaster è proprio come una bistecca alla griglia! Apparentemente un pezzo di carne buttato sul fuoco…ma, in realtà, se vuoi che il sapore (suono) sia quello giusto, ogni elemento deve essere perfetto, sia come ingredienti che come fattura. Partiamo a parlare del CORPO di una telecaster. La sua forma rozza e le sue assenti smussature, credetemi, fanno il suono!!! Forse più del legno usato!!! Mi è capitato, proprio qualche mese fa, di suonare una telecaster ottimamente assemblata da un mio amico, esperto musicista, con tutto quello di cui un telecasterista ha bisogno. Piccolo particolare, il corpo (pur essendo in frassino) era leggermente meno spesso delle originali e con delle smussature per renderla più comoda all'imbraccio. Ecco un nodo fondamentale! Perchè il suono NON era quello giusto. Svuotato sui bassi, senza quell'attacco che sentiamo nei dischi, senza quel sustain che ha reso famoso lo strumento in questione. Per certi versi la chitarra sembrava una stratocaster (che non disprezzo assolutamente…ma ben distante dalla cugina "povera"). Ed effettivamente la mancanza di quella massa influiva così fortemente sul suono da renderla un altro strumento. Sui legni vorrei evitare discussioni infinite, tanto, a mio parere, sembra quasi che sia impossibile trovare l'essenza definitiva. Personalmente, nella scelta del legno per il body, prediligo qualcosa di ben risonante (proprio perchè sono un maniaco del twang) e leggero. Quindi frassino (leggero!!!) o castagno (la mia telecaster principale, costruita per me da Giovanni Ingallinera nella sua splendida liuteria, è ricavata da un tavolone di vecchio castagno; il suono è quello giusto e anche il peso la rende sopportabile per due ore e oltre di concerto in piedi). Ontano o simile lo assimilo ad un suono più malleabile e versatile. E' giusto anche parlare della verniciatura. E' probabilmente vero che su uno strumento elettrico non influisce più di tanto…ma è anche vero che il 99% della produzione in fabbrica, per rendere lo strumento appetibile e bello in vetrina, esagera con strati di vernice su strati di vernice. Mi è capitato spesso di vedere strumenti di fabbrica scheggiati con uno strato di vernice anche di 3mm….praticamente il corpo suona come se fosse dentro una custodia!!! E questo non è bello!!! Perchè la trasmissione delle vibrazioni delle corde è ampiamente compromessa!!!
Prossima puntata? Considerazioni sul manico!!!!...intanto godetevi il maestro Kid Ramos a bordo di una vecchia Esquire!!!
Stay Twang!
Don Diego Geraci